
- di Madonnager
Bella Venezia (a misura di bimbi) e ci vivrei. Non è vero. E’ bella proprio perché non ci vivi, ma va detto che in effetti è perfetta da girare con i bambini.

Attenzione. Non di tutte le specie. Quelli in carrozza, a giudicare dai visi provati dei padri con passeggino sul groppone ad ogni ponte, non fanno la bella vita qui.
I pupazzi dalla taglia 5 anni in su invece, è comprovato, possono superare la sfida brillantemente (qualche rogna di ordinanza è tollerata).
Non ci speravo. La mia piccola, appena arrivata alla soglia, fino all’anno scorso si piantava come un mulo (se vi eravate persi il resoconto delle vacanze ad Ortisei ecco il link all’articolo) e ancora di recente più volte urlava “sono stancaaaaa, sono piena di faticaaaa” durante una passeggiata, per cui ero molto preoccupata di passare una settimana a Venezia. Perché allora scegliere questa meta ardita?
Semplice: i miei nonni paterni (lei lombarda e lui sardo) si sono conosciuti in laguna (studiavano lingue all’Università Cà Foscari). Quindi hanno sempre amato in particolar modo questo posto, ragion per cui negli ultimi anni si erano presi una casetta in multiproprietà. Un po’ investimento, un po’ una scusa per tornare un paio di settimane l’anno nel loro posto del cuore. Nel tempo questo appoggio è rimasto a mio padre e alle zie. E’ vicino a campo San Giacomo dell’Orio, a dieci minuti dalla stazione a piedi. Quindi comodissimo. L’appartamento è dotato di tutti i comfort, compresa una cucina che ci ha permesso di alternare ai pranzi zingareschi (i cicchetti, le tapas veneziane, disponibili in ogni bacaro a qualsiasi ora), qualche insalata casalinga più salutare.
Quest’anno era il turno dei miei genitori e ci hanno ceduto la loro settimana volentieri visto che cadeva in agosto, periodo in cui noi peones abbiamo le ferie. Per loro una settimana vale l’altra. Fa sorridere parlare oggi di una soluzione come questa, quando esiste Airbnb, in ogni caso la scelta di un appartamento fa vivere la città in una modalità molto piacevole e la raccomando.
Avevamo usufruito dello stesso slot estivo per la prima volta quindici anni fa: stavamo già insieme io e l’ING e ci eravamo girati la città in lungo e in largo, quindi sapevamo che a livello clima, contrariamente a quello che si potrebbe credere, si sta benissimo in agosto. Bello ritornarci prole-muniti!

Le mete standard le abbiamo quindi o evitate o viste con meno cura e attenzione: ad esempio siamo solo stati in piazza San Marco senza visitare la Basilica o il Museo Correr. E nemmeno la fantastica collezione d’arte moderna Peggy Guggenheim: li porteremo la prossima volta. Niente giro in Gondola e viste poche Chiese all’interno, in generale. Abbiamo però fatto nuove tappe e scoperto tanti modi per visitare la città con occhi diversi.

Venezia è davvero uno stato d’animo. Un delirio di sensi, gli occhi vagano senza sosta come drogati da tanta bellezza. Soprattutto al tramonto, con uno Spritz in mano (sospetto che gli Spritz serviti ad ogni ora e in ogni angolo abbiano un grande ruolo nel creare lo stato d’animo) e i bambini che rincorrono i piccioni. Ecco dunque qualche itinerario che mi sento di suggerire, magari alcune di queste tappe intrigano anche voi!

MURANO E BIENNALE
Il tour “Bella Venezia (a misura di bimbi) e ci vivrei” è iniziato con una terapia d’urto: la combo Murano e visita della Biennale. Nello stesso giorno. Fuori casa dalle 9 alle 17.30 non stop. Per vedere di nascosto l’effetto che fa.

E i bambini muti! A Murano siamo arrivati presto e siamo riusciti a vedere dal vivo un mastro vetraio che ci ha spiegato come si trasforma la sabbia in vetro e come modellarlo. Ha forgiato per noi una ciotola e un cavallo. Immaginate il loro stupore nel vedere questa magia. Ma ha colpito anche noi, lo confesso. Penso che un po’ tutte le fabbriche organizzino queste sessioni. Noi siamo stati alla vetreria Guarnieri.
Poi via verso la Biennale, di strada tornando da Murano. Passando le ore più calde, poco prima di entrare, nei vicini giardini del Parco delle Rimembranze, dove ci sono diverse aree gioco per bambini.
L’esposizione davvero una piacevole scoperta, molto apprezzata da loro. Non ci avrei scommesso un penny. Invece zampettavano da un padiglione all’altro (“andiamo nel prossimo museo Mamma!”), incuriositi dalle varie installazioni. Il tema attuale è “How we will live together” in cui si esplorano varie possibilità di spazi di coabitazione per il futuro, con un pensiero alle risorse già scarse e sui cambiamenti climatici in atto e destinati ad un continuo peggioramento. E’ stata anche occasione di confronto con loro su questi temi.
MERCATO DI RIALTO, SCALA CONTARINI DEL BOVOLO, SAN GIORGIO E GIUDECCA

Il secondo giorno abbiamo portato i bambini al mercato, vicino al ponte di Rialto. Sono rimasti ipnotizzati di fronte alle numerose e ben fornite bancherelle di pesce. La loro attenzione è stata colpita in particolare dalle lumachine di mare. Da lì, dopo esserci sparati una mozzarella in carrozza alle 10 del mattino nella pluri consigliata dai Veneziani Rosticceria Gislon, per tenere in allenamento il metabolismo, siamo andati alla scala Contarini del Bovolo (avevamo prenotato orario visita, su suggerimento di mia zia). 80 scalini dopo ci siamo goduti una vista mozzafiato.
Nel pomeriggio ci siamo spostati sull’Isola di San Giorgio. Mai stati prima. Da lì si vede tutta Venezia e lo spettacolo da solo vale il biglietto. La scusa era la visita dell’arca di vetro (la collezione di Pierre Rosemberg) nella fondazione Cini. Scoperta chiacchierando la sera prima con due autoctoni. (Divertente e utile attaccare bottone con i vicini di tavolo, un’altra sera è successo con una coppia di danesi che ci hanno consigliato diverse mete con i bambini in giro per il Mondo!)
Centinaia di animali, tutti in vetro, suddivisi nei vari loro habitat: giungla, savana, i poli. Ma anche farfalle colorate, ragni, formiche. Altra chicca molto apprezzata dai bambini. Ingresso gratuito, l’esibizione termina a Novembre del 2021.
Da lì con il Vaporetto ci siamo spostati sulla Giudecca a mangiare un gelato godendo sempre del bellissimo panorama.
BIENNALE ALL’ARSENALE E MUSEO NAVALE

Il terzo giorno lo abbiamo dedicato alla zona dell’Arsenale, raggiunta tramite vaporetto attraversando tutto il Canal Grande, per gustarci in successione i Palazzi più eleganti ed imponenti di Venezia: è tra le esperienze più memorabili del soggiorno e solo così si può davvero percepire la particolare atmosfera creata dal legame tra acqua, cielo e architettura, così unica al mondo. La contaminazione con il gusto e l’arte bizantina si nota in ogni finestra. Arrivati a destinazione abbiamo fatto la seconda tappa alla Biennale. Ancora più suggestive le installazioni qui, sia per la location che per i numerosi modellini di case in miniatura.
Dopo un bel toast nella grande via Garibaldi piena di ristorantini e bar, abbiamo poi girato i 4 piani del Museo Navale. Tante riproduzioni in scala di barche e galeoni, comprensive del famoso “Bucintoro”, la galea di Stato dei Dogi di Venezia, interamente ricoperto di lamine d’oro e di velluti cremisi.
Il museo è piaciuto molto ai bambini e all’ING. La madre, dal terzo piano in poi, ha cominciato ad avere le visioni. “La Morte a Venezia” forse era una metafora sulla stanchezza che ti prende a camminare tutto il giorno e l’opera di Thomas Mann non è mai stata compresa fino in fondo.
TEATRO LA FENICE E GHETTO EBRAICO
Il quarto giorno la mattina ha piovuto e ci siamo fiondati a visitare il Teatro la Fenice. Ci sono audioguide per gli adulti ed altre pensate apposta per i bambini che ovviamente all’idea di mettersi delle cuffie e di avere un apparecchio elettronico tutto per loro sono rimasti elettrizzati e hanno ascoltato con attenzione.

Il teatro è magnifico e nonostante i due incendi che lo hanno colpito negli anni è davvero sempre risorto dalle sue ceneri (a suon di donazioni dei ricchi Veneziani). “Nomen omen”. La notte della visita ho sognato che indossavo un tutù rosa, un magnifico chignon e sulle punte continuavo a salire dei gradini. Non ci è voluto molto per interpretare brillantemente le mie fantasie oniriche, che hanno fatto un parallelo notturno con il Teatro alla “SCALA“, per nulla da meno. No comment davvero per il mio inconscio campanilista.
Dopo il teatro, ciondolando in zona, abbiamo visto il Museo della Musica in una chiesa sconsacrata (San Maurizio). Era gratuito e pieno di strumenti musicali tra cui diversi violini d’epoca: molto carino, in fondo in una saletta un cartellone spiega anche tutte le fasi per fabbricare questi strumenti.
Poi di nuovo in giro, direzione ghetto ebraico, pranzando in zona con dei bei cicchetti come suggerito da una mia collega. Nel pomeriggio abbiamo visto un piccolo museo di giocattoli in gomma (Venice Vintage Toys Exposition), una collezione privata di giocattoli Vintage anni ’60-’70-’80 davvero impressionante. Il biglietto costa 5€ a persona, bimbi inclusi. Ci sono tutti i pupazzi della Disney, Hanna Barbera, Topo Gigio, i personaggi del Carosello, tutta una sezione sui robot, Star Trek e un paio di video che raccontano la storia di Fabrizio, il proprietario della baracca, grande appassionato del genere.

Simpatico, non indispensabile vederlo tutti dato il costo, magari è sufficiente che entri un solo genitore con i bambini. Anzi a dire il vero forse i veri nostalgici siamo noi adulti, che ne sa un settenne di Topo Gigio, dovrebbero stare fuori i bambini… Insomma fate vobis.
IL LIDO
Per la quarta giornata ci siamo concessi una pausa tecnica. Abbiamo preso il vaporetto direzione Lido dove abbiamo affittato due sdraio e un ombrellone nei primi bagni raggiungibili a piedi dalla stazione e passato sulla sabbia il tempo fino al tramonto. Ci voleva. Sole, un paio di bagnetti, rincorsa dei gabbiani e raccolta di moltissime conchiglie. Per noi abituati alla Liguria così tanto spazio (tipico dell’Adriatico) fa impressione! E’ stato abbastanza strano uscire dal centro storico di Venezia e farsi questo viaggetto nel viaggio. Sembrava di aver cambiato vacanza!
BURANO E GIRETTI VARI

Ultimo giorno iniziato di buon’ora a Burano (il tragitto è lungo, quasi 45 minuti di vaporetto dopo aver raggiunto Fondamenta Nove che è comunque abbastanza lontano). La gita costa cara quindi in termini di tempo: vanno previste più di due ore solo di spostamenti. L’altra volta avevamo abbinato la visita di Burano a Torcello, altra perla dove si trova una basilica in stile veneto-bizantino meravigliosa. In ogni caso Burano con le sue casette colorate e l’atmosfera allegra vale la pena con i bambini, se si passano in città più di due giorni. In questa isola dei pescatori, narra la leggenda che gli abitanti avessero pitturato le case con colori sgargianti per poter ritrovare la strada dal mare nelle giornate di nebbia e foschia.

Oggi credo siano in combutta con il management di Instagram, vista la meraviglia delle foto che si riescono a fare. Abbiamo concluso l’ultimo giorno con un pomeriggio a spasso senza meta se non andare a vedere Venezia dal punto più panoramico in assoluto, vicino alla chiesa della Salute, girando intorno alla punta della Dogana. Si vedono contemporaneamente San Marco, San Giorgio e la Giudecca.
Ed ora una serie di #consiglichenessunohachiesto misti e assortiti che potranno farti dire” Bella Venezia (a misura di bimbi) e ci vivrei”.
-con i bambini l’abbonamento al Vaporetto è una buona scelta.
-in questo periodo per le varie visite meglio prenotare con anticipo sul sito VeneziaUnica.
–svegliarsi presto! Il mattino ha l’oro in bocca e nelle prime ore si evitano i turisti che vengono in giornata. In più si gode dei posti senza la ressa, comunque già molto limitata per il Covid. Il turismo è prettamente Europeo.
–un trolley piccolo e uno medio-grande ruote muniti sono più che sufficienti per una settimana. Incredibilmente bastano due paia di scarpe a testa (mai portate così poche in vacanza in vita mia). Birkenstock e zeppe la combo perfetta per me. Mettete dei costumi (se andate in estate) e dei k-way (valido tutto l’anno) che potrebbero sempre tornare utili.

-appena arrivati la nostra piccola ha subito notato la bandiera di San Marco con il leone. Vi faccio fare bella figura con i vostri bambini, visto che noi eravamo impreparati: pare che un angelo in forma di leone alato avesse predetto al Santo, naufrago nelle lagune, che un giorno il suo corpo sarebbe stato sepolto e venerato lì. Ecco perché è il simbolo di Venezia. L’unica città al mondo in cui i leoni volano e i piccioni camminano. Abbiamo invitato i bambini a sfidarsi a quante bandiere riuscissero a vedere durante la vacanza. Bel modo per dare loro uno scopo e soprattutto un motivo in più per guardarsi sempre attorno, tenendo il naso all’insù, al grido di “Bandiera del Leooooneeeeee!”. Funziona!
-tornando ai piccioni, sappiate che saranno il passatempo principale dei vostri marmocchi. Mio figlio, ribattezzato “il flagello dei pennuti” ha messo in atto ogni strategia per cacciarli e prenderli. Poi ha iniziato a sfamarli, che la vecchietta di Mary Poppins in confronto pareva un’avara cinica senza cuore. Attenzione però, non si può: dare da mangiare ai volatili è sanzionabile. Appena scoperto, hanno iniziato a buttare bricioline di cracker nei canali ai cefali e agli altri vari pesci. Scegliere un bacaro nei pressi di ponti e canali permette di fare un aperitivo in santa pace sfruttando appunto piccioni, gabbiani e pesci come baby sitter. Munitevi di cracker dunque (solo per i pesci mi raccomando), mi ringrazierete.
-se state qualche notte, comprate un pallone e scendete in uno dei campi (San Giacomo e San Polo i miei preferiti, più tranquilli e a misura di bambino) e fateli giocare a palla all’imbrunire. Un’esperienza memorabile. I campi sono piazze praticamente, ma il nome Piazza era riservato solo a quella di San Marco, l’unica con pavimentazione ai tempi. Le altre avevano prati ed erba (oggi non più ovviamente) ed ecco spiegato il nome.

-alla fine non è servito ma mi sono sentita più sicura mettendo ad entrambi un braccialetto con il nostro numero di telefono. Brutto perdersi in giro per un bambino, attimi di panico. Non costa niente avere questa premura e questo è un consiglio valido per qualunque viaggio.
-prendetevi mezza giornata per perdervi a caso per le viuzze. Con Google si torna sempre a casa. Fatevi ispirare dai momumenti, le chiese, i negozietti e dai vari bar e ristoranti. Vi lascio quelli che ci sono piaciuti di più, (oltre alla già citata Rosticceria Gislan), quasi tutti vicino alla nostra zona (fermate San Stae, San Tomà, Riva di Biaso indicativamente), per ovvi motivi logistici, sicuramente ce ne sono tantissimi altri validi.
Nota: farete bella figura con i locali se esplorerete lo Sprizt anche nelle varianti con Select, Cynar e Campari oltre al più noto (e leggero, quindi comunque per me preferibile) Aperol. In ogni locale ti propongono sempre almeno queste quattro varianti. E when in Rome…

- Bar Al Muretto, situato tra due ponti nel Campiello del Spezier, dove i bimbi dando da mangiare ai pesciolini se la sono spassata dopo essersi bevuti la loro acqua ATOMICA (come chiamano la tonica loro, ndr) mentre noi ci rilassavamo con i nostri drink.
- Bar L’Archivio e/o Il Mercante , davanti all’imponente e splendida Basilica dei Frari. Questa l’avevamo visitata l’altra volta. All’interno c’è il monumento funebre ad Antonio Canova, a forma piramidale. Se lo cercate su Google avrete di sicuro una reminiscenza di storia dell’arte in qualche cassetto della vostra memoria.
- Ristorante “Osteria la Zucca”. Come detto, abbiamo mangiato quasi sempre con toast, cicchetti o a casa. Ci siamo concessi una sola cena in questo ottimo ristorante. Da prenotare con anticipo.
- In altre zone, degni di nota “Cicchetteria al pesce rosso” nella piazzetta vicino a quella che fu la casa di Marco Polo (zona Rialto in ogni caso) e l’enoteca “Due Colonne”, zona Cannaregio.
Bella Venezia (a misura di bimbi) e alla fine ci vivrei davvero. Perchè ora che finalizzo questo articolo sul treno che ci riporta a casa ho già un’enorme nostalgia. Dei posti e di noi. Sarà per sempre, nei ricordi, la nostra prima vacanza in famiglia da turisti “veri”. Per altre chicce seguite l’hashtag #vcepervenezia con consigli scritti da Veneziane doc suggeritomi da una mia compagna di Università che lavora per l’Areoporto di Venezia.

E voi siete già stati a Venezia da soli o con i vostri bimbi? Vi ho fatto venire un po’ di voglia? Qual è il vostro angolo del cuore?
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