
- di Madonnager
Come dividersi equamente i compiti a casa è una delle chiavi per riuscire a conciliare al meglio vita professionale e privata.

L’ING è il padre dei miei figli e dell’importanza di questo ruolo ne ho già parlato in questo articolo. Ma, prima di tutto, è MIO MARITO. Ed è forse la scelta migliore che abbia fatto nella vita. Non è detto che sia perfetto in generale, ma è perfetto per me.
E’ il mio compagno di avventure da più di quindici anni, quest’anno facciamo dieci anni di matrimonio. Si merita un po’ di celebrazione. Mi sopporta e supporta dai tempi dell’università. Non a parole eh. Quelle mai molte. Nei fatti.
Non si tira indietro mai, magari borbotta. Ma fa. Come me. Perché è questo che serve. Che i compagni, i papà, FACCIANO, anche spontaneamente! Oggi affrontiamo il tema organizzativo/logistico di come ci dividiamo noi i compiti in casa.
Un bambino piange di notte? Alzarsi una volta io, una volta tu. Serve cambiare il pannolino? Una volta io, una volta tu. (Per fortuna questo ormai per noi è un discorso archiviato).
Adesso non è che bisogna essere così fiscali, ma se lo si condivide, il fardello pesa meno. E quando la spontaneità manca, basta… facilitarla. Non ci vuole molto ad assegnarsi dei compiti pre-stabiliti. Così non c’è neanche da ripeterlo ogni volta. In casa nostra, in regime di normalità, l’ING esce prima (all’alba) e torna prima.
Quindi da mangiare, la sera, prepara lui. Non mi vergogno, non si vergogna. Io recupero nel week end.
La mattina colazione, vestizione e accompagnamento a scuola sono di mia responsabilità. Così come pigiama party, lavaggio denti e storie della buonanotte. Chat Whatsapp delle mamme, shopping vestiario e gestione delle visite mediche, con conseguenti cure? A mio carico. Bollette, pagamento rette scuola? La spesa? Lui. Quest’ultimo punto non tanto per generosità nei miei confronti, ma per ovviare allo sperpero di danaro che può compiere una markettara lasciata libera negli scaffali della grande distribuzione. Magari nella fascia oraria in cui non ci vede più dalla fame…
Mi attira un pack? Un nuovo prodotto, un servizio innovativo? Tac, compro. Premio. Lui invece ha la gestione del buon padre di famiglia e con 32 euro campiamo per 10 giorni in 4. Scherzo ma non molto….Abbiamo la lista della spesa aggiornata in tempo reale con Google Shopping List: ognuno può aggiungere quello che manca. Ma poi lui gestisce l’acquisto.
Quando mio figlio maggiore ha iniziato la scuola materna, l’inserimento a scuola l’ha fatto lui. Unico papà. Io avevo appena cambiato lavoro, non me la sono sentita di partire entrando due ore dopo in ufficio per le mie prime settimane in un nuovo ruolo. Ha preso in mano la situazione. Così come io avevo fatto l’inserimento al nido. Devo fare una trasferta di due-tre giorni per lavoro, in Italia o all’estero? Si organizza e non me lo fa pesare. Così come mi organizzo io quando capita a lui.
Lo so che non tutti gli uomini possono (o vogliono) permetterselo, che ci sono delle situazioni in cui le madri lavorano meno e quindi si accollano più responsabilità a casa. Lo sappiamo. Ma come pensiamo che più donne facciano un passo avanti, accettino una promozione, provino a lavorare con le stesse regole degli uomini, se non abbiamo a casa un carico condiviso? Se l’impegno e le ore di lavoro sono uguali, anche a casa bisogna dividersi i compiti in modo equo. Di qui prima o poi ci dovremo passare tutti.
Devo dire che considerando molti altri nostri amici, l’ING per fortuna non è una mosca bianca. E donne, bisogna chiudere un occhio se le cose non sono fatte proprio come le vorremmo noi, perchè se no… continueremo a farle solo noi. Delegare alcune cose significa accettare che vengano fatte anche in modo diverso dal nostro. Dividersi i compiti in casa e la cura dei figli è uno dei modi per colmare il gender pay gap. (Se vi siete persi il mio pippone a riguardo ecco qua il link.)
Ovviamente da quando siamo in quarantena molto dell’assetto è cambiato. L’azienda dell’ING ha fatto due settimane di cassa integrazione quindi mentre io lavoravo full time, lui ha avuto l’opportunità di stare con i bambini. E io non mi sono tirata indietro dal dare comunque il mio contributo in casa. Per onestà intellettuale per fortuna abbiamo continuato a contare anche sull’aiuto della nostra baby-sitter, per almeno mezza giornata.
Quando invece abbiamo entrambi fatto smartworking, non ha dato per scontato che dovessi fare io da mangiare o gestire totalmente i bambini. Soprattutto durante questo periodo è necessario aiutarsi e dividersi i compiti. Anche le donne, le mamme, hanno diritto a concentrarsi sul proprio lavoro e non avere tutto il carico della gestione della casa e dei bambini sulle loro spalle.
Al week end, per ritagliarci dello spazio per sé, abbiamo la regola che ognuno si prende due ore per i propri hobby (sto sfruttando il mio tempo libero per scrivere questo pezzo, ad esempio. In alternativa canto a squarciagola su SMULE).
Siamo genitori, siamo professionisti … ma anche una coppia. Sono difficili questi anni in cui quasi non si ha il tempo per guardarsi in faccia, presi dalla frenesia e dalle mille responsabilità. Quanto è facile prendersela con l’altro. Quanto finisce che il nostro essere moglie e marito passino in secondo piano, travolti dalla routine…
Noi ci imponiamo una cena fuori da soli quasi almeno una volta al mese. Ed oltre ai meritati “pucci pucci, micci micci” a volte ci prendiamo il tempo anche per fare un bilancio del nostro rapporto, della nostra situazione familiare. Ognuno sputa il rospo, se qualcosa non gli sta bene. Anche così speriamo di evitare le carte del divorzio in futuro.
Il check status relationship? Organizzabile anche in quarantena, facendo mangiare e mettendo a letto i bimbi e concedendosi una cenetta romantica a lume di candela un pò più tardi del solito, con scambio reciproco di vedute…
Insomma dividersi i compiti a casa e ricordarsi di coltivare la coppia: patti chiari e matrimonio lungo!
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Mamma, donna, manager, dispenso consigli che nessuno ha chiesto su come conciliare alla meno peggio la sindrome da multi-personalità. Restiamo in contatto!