Il manifesto delle Madonnager

Il manifesto delle Madonnager

Il manifesto delle Madonnager: era da un po’ che volevo scriverlo.

Perché un manifesto? Per riepilogare chi siamo, dove andiamo, cosa vogliamo.

Siamo tante! Non siamo mega top manager (ma siamo top), non siamo Belen (ma abbiamo un “belin” metaforico, anche se questa espressione proprio non ci piace, qui il perchè), non siamo Mamme Modello (intese come “da manuale”), ma siamo comunque un modello di Madre: Madre Coraggio.

Siamo mamme, donne e lavoratrici “normali” eppure straordinarie. Si perchè le manager sono solo un tipo di professioniste. Ma nel clan si annoverano anche mille altre mamme brillanti nei loro settori: medici, avvocati, giornaliste, imprenditrici… Al grido di “io speriamo che me la cavo”, cerchiamo tutte di fare del nostro meglio in ogni ambito, tutti i giorni, con le risorse a disposizione. E con una grande, enorme fatica. Ma anche tante soddisfazioni, dai.

Il manifesto delle Madonnager parte dalla fotografia di tre fasi fondamentali:

1.La fase pre- figli.

Periodo di grande slancio in tutti i sensi. Siamo entusiaste della vita e del lavoro, orientate alla carriera, al goderci la vita, da single o già “a due”. Una vita ricca di letture, di esperienze, di viaggi ma con la consapevolezza di non volersi fermare a questo. No, il pensiero di creare una famiglia c’è, forte e chiaro. Perché non vogliamo rinunciare a nulla.

2. Primo periodo della maternità

Dopo anni vissuti in modo totalmente auto riferito ed ego centrato arriva qualcuno capace di ribaltare completamente credenze, opinioni, emozioni e … fusi orari. Non esisti più, sei votata alla crescita di quella vita che sembra essersi creata dal nulla. Un sentimento così grande, così totalizzante che non puoi concepire possa esistere nient’ altro al mondo. Vivi una vita che non ti è mai appartenuta, fatta di tempo dilatato, passeggiate in centro a piedi o al parco, corsi di cucina con neonato al seguito, corsi di nuoto e massaggio neonatale.

La privazione del sonno ti fa vivere in un sinistro stato di perenne confusione mentale. Non sai più chi sei, cosa vuoi. Mangi 15 Gocciole (si, i biscotti) di notte perché l’allattamento ti prosciuga. Gli ormoni sono in panne e ti commuovi persino con le pubblicità del cemento armato, trovandole di una raffinata delicatezza. Come tu possa tornare quella di prima e alla vita di prima… È impensabile.

Eppure ci torni e sei devastata di stanchezza, di sensi di colpa e di malessere. Perché non riesci a ritagliarti del tempo per te, non sei più lucida come prima. Esci di casa con il magone. Ti senti tonta al lavoro da tanto sei stanca, ti sembra che tutto sfugga di mano. C’è poca solidarietà in generale, perché chi non vive quello che stai vivendo tu… non capisce. E se è passato troppo tempo… non ricorda. Ma tu sei masochista e magari decidi pure di raddoppiare la posta in gioco.

Ed ecco la seconda maternità! Questa volta lo stupore delle prime volte cede il passo allo scazzo delle seconde. Non ne puoi più. Vuoi solo passare alla fase successiva. Ok, fine allattamento, basta pappe, via il ciuccio, via il pannolino, che culo il seggiolone non serve più. Defenestriamoloooooo! E poi… finalmente… la magia…

3.Secondo periodo della maternità

Arriva il momento della prima sessione di yoga post seconda maternità. O in ogni caso il primo momento in cui sei sola, senza le estremità collegate ad altre manine questuanti. Il papà, che si è comunque sempre fatto in quattro per fare la sua parte con dedizione e determinazione, tiene entrambi i bambini una sera a settimana. E mentre mediti e respiri, riprendendo consapevolezza di ogni tuo atomo, inizi a piangere. Un pianto cumulato, che era lì in stand-by da due anni, perchè finalmente ricordi di esistere, si anche tu!

Non vali meno dei tuoi figli, della tua famiglia. Del tuo lavoro. Tu sei importante. E inizi a riprenderti alcuni spazi, la fiducia in te stessa e la grinta che ti hanno sempre contraddistinto. E ti iscrivi a un corso di aggiornamento, cerchi un nuovo lavoro perché vuoi tornare ad avere stimoli ed entusiasmo in tutto quello che fai, ogni giorno. Lavorare non è una scelta per molte, è una necessità.  Ma c’è modo e modo di farlo e tu sei una che non si accontenta di timbrare il cartellino.

Vuoi essere soddisfatta e appagata anche nella sfera professionale. E non vuoi essere considerata di serie B in quanto mamma, perché l’impegno e la dedizione sono, se non più di prima, esattamente come prima, semplicemente hai ancora più cose in testa. Con il solo bisogno di avere una maggiore flessibilità. Perché nessuna può e vuole negare l’altra personalità, quella della mamma. E se non la negassero neanche i papà, con le stesse regole… ci guadagneremmo tutti. Soprattutto i nostri figli. Che sono l’umanità del domani, il futuro di tutti.

Magari il nuovo lavoro è anche più vicino a casa. E riesci pian piano a diventare sempre più maga degli incastri. Ora ci sta lo sport in modo più costante, la lettura dei tuoi amati libri, abbandonati per troppo tempo, qualche uscita con tuo marito e con le amiche. Coltivare e prenderti cura di te stessa, come donna in generale, torna ad essere qualcosa a cui non puoi e non vuoi più rinunciare. Il tuo lavoro full time ti piace tanto: ora che dormi quanto una persona normale sei capace di tenere tutto in piedi. Ci riuscivi anche prima, ma il prezzo era troppo alto.

Sei sempre stanca, ma non di quella stanchezza disumana. Hai accanto un uomo che ha la tua stessa visione della vita e capisce tutto questo. È il tuo alleato, il compagno di viaggio che non può e non deve tirarsi indietro nelle sfide, che sono di entrambi. I tuoi figli? Ancora in preda a qualche capriccio e a volte difficili da gestire… Ma giorno dopo giorno diventano sempre più indipendenti e stimolanti, nei ragionamenti e nella qualità del tempo passato insieme. Ti piace ascoltarli, ti piacciono quei momenti di complicità. Inizi a vedere che stanno recependo i vostri insegnamenti e valori.

I due bambocci… stanno diventando delle personcine.

E allora cominci a sentire il bisogno di condividere tutto questo. Pensieri e riflessioni. Questo manifesto delle Madonnager speri dia coraggio ad altre, che sono nella fase due e che se avessero più esempi di donne passate alla fase tre, magari avrebbero minori momenti di sconforto. Che quella fottuta luce in fondo al tunnel c’è… È tutto vero. Basta stringere i denti ancora un po’ e non mollare. NOI.NON.MOLLIAMO.

Ho aperto il blog (anche) per questo (l’altra ragione resta poter condividere consigli per gli acquisti assurdi e soprattutto non richiesti). Il manifesto delle Madonnager è per ricordarmi che non sono sola, non siamo sole. A volte basterebbe confrontarci di più e scambiare qualche buona parola e prassi. Perché la luce c’è, ma il tunnel resta comunque in salita, la vita piana e in discesa non so se ci apparterrà mai. Ma con l’attrezzatura e i compagni di viaggio giusti, l’escursione diventa anche piacevole.

Non vi riconoscete in questo manifesto delle Madonnager? Non fa niente. Io vi rispetto e non vi tolgo mica il saluto. Potete dire lo stesso? Giuro che avete il permesso di leggere comunque e anzi vi divertirete a capire come vive questa specie di mamma. Siamo tutte diverse e uniche. Ognuna ha il diritto di vivere la maternità e la sfera professionale nel suo modo. Non ce n’è uno giusto e uno sbagliato. Se un pò vi siete ritrovate, teniamoci in contatto.

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