
La Thatcher di The Crown è il personaggio più controverso… Vado ad esporre la mia tesi, signori. E’ davvero un argomento da Madonnager. Credo che tutti abbiamo atteso con pathos l’inizio della quarta stagione su Netflix per l’arrivo della mai dimenticata Diana.
Da giorni giravano immagini dell’attrice protagonista con gli abiti stupendi, copia fedele degli originali, ed eravamo tutti pronti a riviverne il sogno. Ecco, dopo aver finito la stagione, del sogno resta ben poco. Diana: una povera anima buttata in un inferno più grande di lei. Carlo: l’eterno innamorato di Camilla costretto a sposare una persona con cui non aveva nulla in comune. Non doveva essere, ma è stato. Per dare in pasto il “fairytale” al mondo intero. Solo una grande menzogna e la serie non fa sconti a nessuno.

Il tutto non ispira altro che dispiacere (anche per Carlo, appunto) e vuoto esistenziale. Molto più interessante il personaggio di Margaret Thatcher, la lady di ferro, perchè rappresenta un modello di donna, mamma e leader da analizzare molto in profondità. Fin dai tempi degli studi in chimica, unica rappresentante del gentil sesso a diplomarsi quell’anno ad Oxford, cresciuta con un padre che le ha trasmesso autostima e fiducia da vendere. Determinata ad emergere come leader tra uomini “that PATRONIZE her”. Dura quanto basta per somministrare le medicine cattive ma inevitabili per risanare l’economia inglese, rimanendo al potere per undici anni. Chissà se almeno lei sia riuscita a scamparsi la sindrome dell’Impostora.
Due momenti mi sono rimasti in testa in particolare, che ben spiegano perchè la Thatcher di The Crown è il personaggio più controverso della stagione, a mio parere.
Il primo è quando viene invitata, assieme al marito, al Castello di Balmoral dalla Regina e si oppone alla servitù che sta per disfare le valigie dicendo “questo è il compito di una moglie”.
Il secondo, la sera che deve finire un’ importante riunione con i capi di stato maggiore e chiede alla figlia di aiutarla a preparare la cena per tutti. Verranno a casa loro a lavorare. Un primo Ministro che non ha un aiuto in casa per situazioni come questa e che rivendica le sue competenze casalinghe. Assurdo.
Ma è soprattutto il dialogo con la figlia femmina (Carol Thatcher) che mi ha turbato. Quella sera mentre preparano la cena infatti lei affronta la madre accusandola di preferirle il gemello maschio. Le dice che siccome ha avuto un brutto rapporto con la propria madre, non può fare in modo che questo influenzi la relazione con tutte le altre donne, specialmente quello con lei, sua figlia. La Thatcher, gelida, le risponde che il fratello è più forte di lei, come lo era suo padre. Il problema della madre non era il fatto di essere donna, era la sua debolezza, perchè era disposta ad essere “soltanto” una casalinga.
E non era il marito a chiederglielo (la Tatcher a questo punto porta come evidenza quanto il padre abbia incoraggiato lei e quanto le abbia insegnato, rendendola quella che è diventata). La stessa ambizione l’avrebbe avuta anche per la moglie, ma c’è un limite a ciò che si può ottenere se ci si trova di fronte una persona limitata.
Una conversazione “pugno in pancia” che mi fa oscillare tra il pianto (penso agli anni di analisi che saranno toccati alla povera Carol) e il constatare che però c’è un gran fondo di verità da cui trarre tutte un grande insegnamento. Senza giudizio. Solo una riflessione su quanto a volte siamo noi che ci auto limitiamo. Non sono parole che possono lasciare indifferenti, qualunque sia l’esito dei nostri pensieri.
Il problema della Thatcher è, in ogni caso, che non ha portato al tavolo le vere competenze femminili come l’empatia, la comprensione, la mediazione. E’ stata UN leader duro, “unpopular”, tanto da far risultare Elisabetta, noto gran visir di glacialità , una figura affettuosa e comprensiva in confronto. E, aspetto imperdonabile, non ha incentivato la creazione di una squadra di lavoro mista. Lei era l’unica donna del suo team e non voleva altre donne perchè “troppo emotive”.

Di fatto è stata UN ottimo leader dalle caratteristiche tipiche maschili (questo vuole il pregiudizio), ma che sapeva svuotare la valigia del marito e preparare una cena se necessario. Ecco: queste le competenze femminili per lei irrinunciabili. Per me resta una donna degna di grande stima per i risultati raggiunti, ma anche una enorme mancata opportunità.
Ecco perchè la Thatcher è il personaggio più controverso di The Crown e grazie all’interpretazione magistrale di Gillian Anderson io ho avuto i brividi davvero in diversi punti. Direi che la nuova generazione di donne ambiziose deve finalmente fare pace con la necessità di delegare i lavori domestici, accettare che non si può presidiare con perfezione ciascun ambito della vita e non avere sensi di colpa nell’avvalersi di aiuti, non solo delle figlie femmine!!!
Ma soprattutto non ripudiare e allontanare alcune peculiarità della leadership al femmile. Tra l’altro, dove è scritto che alcune di queste skill non possano averle anche gli uomini? Si può essere forti, autorevoli, assertivi anche se “caring”. Guardo, come sapete, davvero con attenzione e ammirazione (e non sono certo l’unica!), al nuovo modello che Jacinda Ardern sta sperimentando in Nuova Zelanda. Che sia l’alba di una nuova era?
Voi cosa ne pensate? Come la state o la avete trovata questa tanto attesa quarta stagione?
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