
Le power pose per sentirsi più sicuri: di che diavolo va cianciando la Madonnager oggi? (Alert: parlo in terza persona, pessimo segnale). Non si tratta di mosse di kung fu o arti marziali da sfoggiare in qualche vicoletto buio se approcciati da un manigoldo (fa sempre ridere la parola “manigoldo”, volevo sfoderarla così, per stupirvi). No, si tratta di alcune posizioni che possono venirci in aiuto per caricarci prima di una riunione importante o una presentazione.
Vi confesso che anni fa pure io, che ho una discreta faccia di tolla, in alcune situazioni ero un pò intimidita e mi sembrava che a volte mi tremasse la voce durante un meeting o evento importante in ufficio. Con gli anni ho acquisito sicuramente più disinvoltura: l’esperienza e l’età aiutano. In ogni caso anche i provetti performer tremano salendo su un palco o davanti ad una platea numerosa, figuriamoci se bisogna parlare in inglese (nella nostra azienda, multinazionale, succede spesso). Anche in modalità digitale, presentare in un’altra lingua con un’audience numerosa seppur virtuale, può farci prendere un pò dal timore… Ecco allora che ci vengono in soccorso le power pose, per sentirsi più sicuri.
Se vi ricordate, ne avevo fatto un piccolo accenno nel mio articolo sulla sindrome dell’Impostora. Ho scoperto il tema in una delle appassionanti serate organizzate da Lean In Italy, di cui faccio parte ormai da quasi un anno.
Sono circoli di donne manager e professioniste che, seguendo i precetti di Sheryl Sandberg (del suo “Facciamoci avanti” ve ne ho parlato ormai davvero spesso), si ritrovano per affrontare ogni volta un tema diverso. Un bel network dove ci si confronta, si scambiano opinioni, si riflette su diversità e inclusione nei posti di lavoro. Sui pregiudizi, sulle aree in cui noi stesse dovremmo lavorare di più per poter essere più incisive, sul personal branding. Su come conciliare al meglio vita privata e professione, dividendosi equamente anche in casa gli oneri (avrò l’onore di tenere presto una serata su questo tema e sono emozionatissima!).
Insomma, ogni volta si ricevono e scambiano stimoli, consigli di lettura ed esperienze personali. Una sera ad esempio, una socia ha organizzato una sessione partendo con il farci vedere il famoso video di Amy Caddy (TED speaker), ve lo ripropongo.

Il tema è che noi, di base, siamo ancora, sotto, sotto, in balìa di alcuni istinti primordiali. Ad esempio occupare spazio con il proprio corpo per comunicare potere ed autoaffermarsi è uno di questi. Viceversa accartocciarsi sulla sedia fino a scomparire, in preda al disagio, è un noto indicatore di timidezza e bassa autostima. Se ci pensiamo, quando si vince una gara o quando siamo particolarmente esaltati, alziamo le mani al cielo in segno di vittoria.

Orbene, per farla breve, è stato dimostrato che mantenere alcune posizioni aiuta a mettersi in un certo stato mentale. La frase “fake it, until you make it” la dice lunga. La verità è che funziona. Vi sentirete un pò idioti, ma se vincete la perplessità e provate a stare due minuti in piedi (o seduti) con le braccia a V o con le braccia da Duce (forse meglio parlare di Wonder Woman, mica che mi arrestano per apologia del fascismo), vi accorgerete che subito dopo vi sentirete pronti per combattere una guerra. Funziona anche stando in piedi con le mani o i pugni appoggiati sulla scrivania e il peso in avanti.

Ci si può mettere anche nella famosa posizione del Capo. Piedi sulla scrivania e braccia aperte dietro alla testa, come nella mia prima foto low profile che accompagna l’articolo. Vedete voi come vi trovate meglio. Per due minuti, prima di una riunione o di una presentazione importante. A casa in smart working è più facile, in ufficio si può andare in bagno o in una sala riunioni vuota. Come sempre, dare un consiglio non richiesto è cortesia, seguirlo è libero arbitrio. Ma se vi fidate e provate, so che mi ringrazierete.
E quando avrete testato con mano che usare le power pose per sentirsi più sicuri funziona, andate e diffondete il verbo e/o condividete questo articolo sulla fiducia!
Fake it, until you become it!
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