
- di Madonnager
Week end a Genova: oltre all’acquario c’è di più!
Decisamente. Il primo consiglio non richiesto è quindi proprio quello di investire almeno un paio di giorni per visitare la città e non fare la classica gita in giornata per vedere solo l’acquario, meta tipica per chi viaggia con i bambini. Quando avevamo provato questa ozpione, durante le vacanze di Pasqua pre Covid partendo da Alassio, dopo tre ore di coda, con la coda tra le gambe, siamo tornati indietro, senza averlo visto. Complici i lavori conseguenti la caduta del ponte Morandi e l’impossibilità di trovare un parcheggio, a pagarlo. Epic fail totale.
L’estate scorsa è andata in onda sulla Rai una serata dedicata a Genova a cura di Corrado Augias (Città Segrete, ecco il link). Con la sua fantastica oratoria ha raccontato la città mischiando storia, arte e musica, rivivendola attraverso i suoi cittadini più famosi. Fabrizio De Andrè, Paolo Villaggio, Moana Pozzi ma anche Garibaldi, Mazzini e Paganini. Quest’ultimo ho scoperto essere un genio non solo musicale, ma anche di marketing e comunicazione. Quando suonava era talmente rapito da sembrare posseduto e su questo aspetto ha iniziato a costruire la propria immagine dannata divenendo un’icona (Il “violinista del Diavolo”). Un esempio di personal branding degno dei più strateghi contemporanei (la brand manager in estasi). Quella puntata ci ha fatto nascere la voglia di riprovarci, con Genova.


Questa volta abbiamo prenotato treno e hotel, in modo da pernottare in città e visitare pinguini e delfini alle 9 del mattino della domenica, puntuali come svizzeri. Mossa vincente, ma andiamo con ordine.
La scelta dell’hotel, un Best Westen senza infamia e senza lode, comunque pulito e confortevole, è stata fatta con il criterio della comodità per la stazione Genova Porta Principe e l’acquario, tutto raggiungibile comodamente a piedi.
Il sabato, una volta arrivati in tarda mattinata passando per Via del Campo, canticchiando De Andrè senza sosta, lo abbiamo investito girando in lungo e in largo per il centro storico. Qui abbiamo mangiato nell’imperdibile Trattoria “Antica Sa Pesta”. Locale storico, cucina tipica, consigliatoci da autoctoni. Ci siamo presentati, più tedeschi dei tedeschi, alle 11.55.


Pazzi polentoni dirai, furbi dico io. Dalle 12 si è riempito completamente e quando siamo usciti c’era una coda di mezz’ora. Pieni di farinata e torta di riso siamo andati a spasso con quella sana allegria e baldanza da gita in famiglia, in una splendida giornata di sole. Tappa obbligata il Duomo di San Lorenzo. Sulla destra con 5 euro si accede ad una scala che porta fino al tetto dove si gode di una vista a 360° della città.


Bellissima anche la Piazza De Ferrari, dove si trova lo storico palazzo della Nuova Borsa Valori con di fronte la splendida fontana fatta costruire dalla famiglia Piaggio.


Abbiamo passeggiato per la Via Garibaldi, sede dei Palazzi più prestigiosi della città dove abitavano le più ricche famiglie genovesi (e patrimonio dell’UNESCO), siamo poi saliti con la funicolare Zecca-Righi a godere della vista dalla Spianata di Castelletto. In quel momento mi è parsa chiara e legittima la definizione del Petrarca di Genova, La Superba, la “Signora del mare”, grandiosa, imponente… altera. Davvero magnifica.

Dopo aver scarpinato parecchio, siamo andati a rinfrescarci in hotel, dove ci siamo preparati per andare a cena incontrandoci con i cugini dei miei figli, arrivati direttamente da Milano.
Prima di andare al ristorante, siamo passati dai Giardini Luzzati. Non saprei bene come definirli, mi affido alle parole della pagina Facebook della zona.

“Una piazza, un circolo bar, un campetto, un’area giochi per bambini e bambine. Un luogo aperto e presidiato, vivo e vivace, ricco di colori, di attività, di eventi. Uno spazio inclusivo di tutti/e e per tutti/e, nel cuore del centro storico”.
Atmosfera piacevolissima al tramonto, consigliatissimo per fare un aperitivo.


Mio cognato, noto raffinato viveur, si è fatto consigliare un ottimo ristorante, Santa Teresa, vicino al chiostro di Sant’Andrea, dove abbiamo poi mangiato benissimo, a base di pesce. Nel nostro caso c’era anche l’occasione del compleanno di mio figlio da festeggiare, sicuramente ci sono molti altri locali più da combattimento, se volete un posto meno impegnativo.

Ed ecco arrivata la domenica e la tappa obbligata del week end a Genova: oltre all’acquario c’è di più, ma non si può saltare! Splendido, bambini eccitatissimi in perenne movimento tra squali, pesci tropicali, tartarughe e meduse. Davvero una visita appassionante, niente da aggiungere. Inutile dirvi che all’uscita la coda per entrare era disumana.


Noi alla fine del percorso abbiamo visitato il galeone vicino. Lo definirei “gran cagata” se fosse lecito scriverlo sul blog. E’ lecito? E’ lecito. Degno di menzione il fatto che sia stato costruito appositamente per il film “Pirati” di Roman Polański. Nel 1986. Quindi non è originale ma una buona ricostruzione.

Altra visita carina ma non indispendabile FantaCinema, la mostra del cinema fantastico. E’ un’esposizione unica nel suo genere. E’ parte della collezione Cine Ciak, una raccolta cinematografica tra le più grandi d’Europa: centinaia di articoli, riproduzioni originali, statue a grandezza naturale, action figures, poster originali e altre memorabilia che rappresentano la storia del cinema, dagli albori ai giorni nostri.


La location è ai Magazzini del Cotone, Modulo 1, nell’area del Porto Antico, a pochi passi dal Cineplex, dal Bingo e dall’Acquario. Ai bambini, grandi amanti del Signore Degli Anelli, Star Wars e Harry Potter è piaciuto.
E poi il colpo di genio, l’improvvisata fuori programma… Non avendo l’auto, la visita a Boccadasse (hai presente il film Luca della Disney? E’ ispirato a questo borgo marinaro, il nome sta per “bocca di asino” e allude alla forma di questa piccola baia che fa sempre parte del comune di Genova, ma decisamente più fuori mano) era esclusa, restando in città così poco tempo. Me ne ero fatta una ragione fino a che non ho visto campeggiare la scritta “Boccadasse” come capolinea del bus sightseeing della città.

Altro consiglio non richiesto investire quindi nel tour che gira la città (percorso 2, la linea blu sulla mappa) con una voce guida narrante e che porta appunto al borgo dove si può scendere, fare una pausa (noi abbiamo pranzato da “GENOVESE” in un tripudio di fantasia) e ripartire con uno dei pullman seguenti. Una delle fermate si trova proprio di fronte all’ingresso dell’acquario, infatti noi siamo partiti e rientrati lì.

Vale davvero il biglietto, sia il giro che la visita tra quelle meravigliose casette che ricordano le Cinque Terre. E anche Burano, di cui avevo parlato nel mio articolo su Venezia! Dici che è un caso questa similitudine tra due delle Repubbliche Marinare? In generale pare che fosse un espediente perchè i marinai potessero riconoscere le case da lontano.
Prossima tappa ora… Amalfi (o Pisa?)
E tu hai già passato un week end a Genova? Concordi che oltre all’acquario c’è di più?
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