
- di Madonnager
Recensione non richiesta di Soul della Disney: non ditemi che non ve la aspettavate. Eppure è un argomento perfetto.
In questi giorni famiglia-centrici si passa davvero tanto tempo insieme e vedere i classici con i propri figli è una delle cose più belle. Per fortuna ci sono anche le novità, perchè credo di aver raggiunto la cinquantesima visione de “La Spada nella Roccia”, contando anche le volte che l’ho visto io da piccola. Secondo solo a Mary Poppins, questo perchè Frozen non c’era. Ma non divaghiamo e andiamo a parlare del nuovo arrivato in casa Disney-Pixar.
Un cartone che, come tutti i moderni, non mi piace molto per i disegni e lo stile. Sarò una vecchia barbagianna come Anacleto (cit.) ma per me i cari vecchi 2 D con quei colori pastello avevano un altro sapore, forse quello della NOSTRA infanzia… Ma riconosco alla nuova generazione di cartoni in computer grafica un grande spessore nelle storie. Penso a Shrek, a Inside Out… Tutti quei cartoni dove anche noi adulti abbiamo un’occasione per pensare o ridere, visto che molte battute hanno diversi livelli di lettura.
In ogni caso a me fanno piangere e questo è il mio insindacabile metro di giudizio. Va detto che sono di lacrima facile, quindi non ci vuole molto. I miei figli mi sfottono ormai senza ritegno, capiscono già le scene in cui mamma potrebbe commuoversi e si girano per beccarmi in flagrante.
E così anche con il nuovo ho pianto. Come affrontare una recensione non richiesta di Soul della Disney senza spoiler? A vostro rischio e pericolo.
Cercherò di volare alto sulle idee più che sulla storia di per sè. Il protagonista è Joe, un professore nero di musica. Insegna alle medie ad una classe strampalata. Il suo vero sogno sarebbe fare il musicista pagandosi da vivere con la sua arte, ma purtoppo gli tocca fare i conti con la realtà fino al giorno in cui ottiene sia il posto fisso a scuola che una chance per suonare in concerto con una famosa sassofonista.
Ma il destino gli gioca un brutto tiro e per un incidente si ritrova in una forma di coma tra questa e l’altra vita. In realtà, tecnicamente sarebbe morto, ma lui si rifiuta di lasciare il mondo a un passo dal realizzare il proprio sogno, così fa di tutto per fuggire al destino certo. Per un errore del sistema finisce nell’ante-mondo, dove ci sono tutte le anime che si preparano alla vita sulla terra. Altro che cicogne.
Attraverso le figure di mentori, cercano di capire quale sia la loro “scintilla”, ossia quello in cui troveranno il senso della vita. Chi la trova nello sport, chi nella musica, chi nella recitazione. Tutti tranne 22, una piccola anima che non riesce proprio a capire quale sia la propria passione e quindi non può iniziare a vivere. Joe diventa il suo mentore e insieme vivono diverse avventure cercando di aiutarlo a tornare sulla Terra per presentarsi in tempo per la sua occasione da musicista.
Dopo varie peripezie, di cui non racconto nulla, in qualche modo Joe ce la fa. Ma dopo aver suonato con la divina, alla fine si sente quasi svuotato. Si rende conto che non ha altro. Niente affetti, una vita priva di relazioni anche di amicizia. Insomma forse inseguire la scintilla non era e non doveva essere l’unico scopo della vita. E l’insegnamento vero è questo.
Perchè per tutta la durata del film sembra che ci vogliano convincere che non dobbiamo rinunciare ai nostri sogni. Che accettare un lavoro un pò di compromesso per pagarsi da vivere sia meno nobile che fare di tutto per recitare Checov in lingua originale sui palchi di mezzo mondo.
Che se hai una passione quella deve essere lo scopo della tua vita invece alla fine no, l’insegnamento è che se questa diventa un’ossessione, ti divora e ti impedisce di goderti e vivere la vita apprezzandone tutte le sfaccettature.
Difficile non fare un bilancio del proprio percorso nel guardare questo cartone. Chissà quanti hanno rinunciato ai famosi sogni… Suonare, recitare, ballare, giocare a calcio per un impiego più sicuro. Meno farfalle in pancia ma più soldi sul conto in banca e soprattutto certi. Chi sogna di fare il ragioniere in banca da bambino?
Eppure io sono dell’idea che un vero talento trova la strada per emergere e in qualche modo ce la fa comunque. Magari con un lavoro paracadute in parallelo. Per il resto le nostre passioni, le scintille, si possono comunque continuare a coltivare senza rimpianti e senza cadere nella trappola del “se solo”. Perchè se uno su mille ce la fa, il rischio di depressione e insoddisfazione può davvero rovinare le altre 999 vite.
Sarà che sono molto pragmatica o forse semplicemente non ho mai avuto un talento particolare. A me piace il mio “vero” lavoro! Non so se esista la scintilla del Brand Manager… Si mi piace anche cantare, si mi piaceva fare danza ma non ne avrei mai fatto un mestiere. IO. Ma siamo tutti diversi. Ho diversi amici o conoscenti che invece hanno investito nella loro passione facendone una professione. Chissà se ora rifarebbero la stessa scelta, sarei curiosa di saperlo. Certo loro hanno potuto scegliere. E questo è un grande privilegio.
Chissà come e se ci toccherà gestire questo aspetto nei nostri figli. Li incoraggeremo nei loro sogni, anche se idealisti, o li accompagneremo verso una strada più sicura e concreta? Quale la scelta più saggia? Facile con il senno di poi. Avrà fatto bene il padre di Agassi ad esempio? Regalando al mondo uno tra i migliori tennisti, ma condannandolo a fare i conti con una psiche ricca di fantasmi e mostri? (se per caso non avete ancora letto la sua biografia Open, correte ai ripari subito, qui il link!)
La recensione non richiesta di Soul della Disney è quindi positiva (per gli adulti… per i bambini chissà cosa possano decodificare di tutto il livello metafisico), perchè strappa qualche pensiero a patto che non ci si crogioli nel “se solo”, perchè con i se e con i ma la storia non si fa!
Se fosse dovuto essere, sarebbe stato. Convinti e a testa alta nella vita che abbiamo, grati per tutto quello che di bello abbiamo fatto e costruito sino ad ora. E se proprio si è davvero insoddisfatti si può comunque cercare di cambiare, possono esserci molte altre vie per realizzarsi.
Voi che ne dite? Avevate una scintilla che si è spenta? O l’avete alimentata?
E i vostri figli l’hanno apprezzato Soul? Di sicuro avranno fatto molte domande…
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Mamma, donna, manager, dispenso consigli che nessuno ha chiesto su come conciliare alla meno peggio la sindrome da multi-personalità. Restiamo in contatto!